Io Capitano

Nell’ultimo film di Matteo Garrone, l’interesse umanistico (oltre che umanitario) verso i personaggi di Seydou e Moussa s’identifica con la scelta di rendere implicito ogni ragionamento sui trafficanti o sul tema dell’accoglienza, prediligendo una prospettiva più attenta alle ragioni del viaggio e alle sue ripercussioniIo capitano si prende il rischio di mostrare un Senegal povero ma felice, non dilaniato da guerre, carestie e da conflitti sociali. Un mondo dove il calore della famiglia stride con la solitudine dei migranti e la musica nell’aria acuisce i silenzi della traversata lungo il Sahara; d'altronde, anche dal punto di vista formale la terra d’origine si tinge di suggestioni, suoni e colori ipersaturi capaci di stemperare la miseria dei propri abitanti. E allora come mai i due ragazzi se ne vanno? Non potevano farsi “aiutare a casa loro” e spendere diversamente i dollari guadagnati per pagare i trafficanti di uomini?

(da:  https://it.ign.com/io-capitano/205355/review/io-capitano-la-recensione)

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